Il 1984 vede una lotta durissima per la conquista del mondiale. I due protagonisti sono Alain Prost e Niki Lauda, entrambi piloti della veloce e potente McLaren motorizzata Porsche. Alla fine a spuntarla sarà Lauda per solo mezzo punto, lo scarto più basso mai registrato tra il campione del mondo e il secondo classificato.
Mi voglio però concentrare oggi su una gara di quell'annata che fece la storia per le polemiche che la seguirono e perché in quell'occasione si mise in mostra uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1: Ayrton Senna.
Dopo le qualifiche disputate su pista asciutta, Prost ottenne la pole position, seguito da Nigel Mansell (Lotus-Renault) e dalle due Ferrari di Renè Arnoux e Michele Alboreto, mentre Lauda scattava solo dall'ottava casella. Senna aveva debuttato in Formula 1 ad inizio anno e correva per la Toleman motorizzata Hart, una vettura poco competitiva. In qualifica il brasiliano fece segnare il tredicesimo tempo, staccato di oltre due secondi da Prost.
La domenica sul principato di Monaco si abbatté già dalla mattina un violento temporale che allagò il tracciato. Dopo due rinvii in attesa che il tempo migliorasse, la gara partì. Prost mantenne il comando finché colpì un commissario di pista che stava cercando di aiutare un altro pilota fermo sul tracciato a riprendere la corsa. Tutto a vantaggio di Mansell. Pochi giri dopo fu proprio Mansell a finire contro le barriere, e Prost passò così al comando con un cospicuo vantaggio sugli inseguitori. L'uscita di scena del rivale Lauda per incidente delineò per il francese una domenica molto fruttuosa. Da dietro però cominciò la straordinaria rimonta di Senna. Dopo avere saltato gli avversari come birilli e avere raggiunto la seconda posizione, il brasiliano si mise in testa di andare a prendere anche il leader della corsa. La rimonta di Senna fu incredibile: il mago della pioggia, definizione che lo accompagnerà per tutta la carriera, guadagnò un secondo al giro circa. Al giro 31, al passaggio sul traguardo e con Senna ormai in arrivo, Prost alzò il braccio chiedendo di interrompere la gara per la pericolosità della pista. Al giro seguente, il direttore di gara e amico del francese Jacky Ickx fermò la corsa esponendo la bandiera rossa mentre un commissario al suo fianco sventolò la bandiera a scacchi. Nella confusione generale, Senna credette di avere vinto e dopo la gara ebbe parole forti per il modo in cui la direzione gara aveva gestito la corsa, interrotta proprio nel momento in cui stava andando a prendere il leader. Comunque sia, quel giorno a Montecarlo nacque la leggenda di Senna.