FINALMENTE CICCONE! GRANDE VITTORIA A PONTE DI LEGNO. Fuga vincente dell'abruzzese che batte Hirt allo sprint finale. Nibali attacca, Roglic va in difficoltà.
di Mario Laiosa - 28/05/2019
La terza settimana del Giro inizia con i fuochi d'artificio. Niente Gavia, è vero, ma il Mortirolo e il maltempo nel finale hanno reso la corsa durissima. Fuga numerosa, ben ventuno corridori. Sul Mortirolo il drappello dei fuggitivi esplode, vanno via Giulio Ciccone (Trrek-Segafredo) e Jan Hirt (Astana), seguiti a breve distanza da Damiano Caruso (Bahrain-Merida). Nel gruppo Maglia Rosa è Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) ad accendere la miccia, al suo inseguimento si lanciano il duo Movistar, Landa e Carapaz, Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma), Miguel Angel Lopez (Astana) e Hugh Carthy (EF Education First). Lo squalo guadagna circa 15 secondi, viene raggiunto da Carthy. Ma ecco il colpo di scena. Per la prima volta Roglic va in difficoltà e comincia ad incamerare metri su metri, si vede raggiunto anche da Simon Yates (Mitchelton-Scott) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e trova in questi corridori degli alleati. Intanto Landa riporta il gruppetto su Nibali e a circa un chilometro dal GPM c'è l'allungo di Lopez che vuole prendere la susseguente discesa bagnata con un piccolo vantaggio sugli altri big.
Giunti a fondo valle, in testa alla corsa Hirt fa un po' il furbo e non collabora con Ciccone, poi comincia a dare il proprio apporto. I due si giocano la vittoria a Ponte di Legno. Ai 250 metri Ciccone lancia la volata e Hirt non può resistere: l'abruzzese va finalmente a prendersi il successo che cercava fin dall'inizio e che meritava forse più di chiunque altro. Dietro c'è collaborazione tra i big per mettere quanto più tempo possibile tra loro e un Roglic in crisi. La Bahrain-Merida ferma anche Caruso che si rivelerà preziosissimo negli ultimi chilometri in falsopiano verso il traguardo. Negli ultimi 1000 metri arriva anche la crisi improvvisa di Lopez che paga 22". Roglic giunge a 1' 22" e si vede scavalcato da Nibali al secondo posto.