GILLES VILLENEUVE, UN PILOTA INDIMENTICABILE. Ecco perché il canadese è entrato nel cuore di tutti gli appassionati della Formula 1.
di Mario Laiosa
GP Imola 1979. Dopo un contatto con Niki Lauda, l'ala anteriore di Villeneuve si piega e limita la visuale del pilota. Ma Gilles non si lascia impressionare e continua la corsa. Qualcosa di analogo, o forse di più spettacolare, metterà in scena al GP del Canada 1981.
Tempo fa in allegato a La gazzetta dello sport uscì una collana di DVD che raccontavano la storia della Formula 1. Uno di questi era intitolato Campioni di emozioni e vi si faceva un resoconto della carriera di quei piloti che, pur non avendo vinto molto, erano rimasti impressi nella mente e nel cuore degli spettatori per le loro imprese e per la loro grinta. E ovviamente Gilles Villeneuve non poteva mancare. Uno dei piloti più amati di sempre, persino dal burbero Enzo Ferrari. Gilles Villeneuve ha vinto solo sei gare e ha ottenuto solo due pole position, eppure è considerato grande tanto quanto (se non di più) alcuni campioni del mondo. Per spiegare da dove provenga tanta fama racconterò, tra i tantissimi, due episodi indimenticabili della sua carriera, tanto diversi tra loro quanto emblematici.
Gran Premio di Francia 1979. Sul circuito di Digione, Jean-Pierre Jabouille e la Renault trovano la loro prima affermazione nel mondiale e riscrivono la storia: è la prima vittoria di una monoposto spinta da un motore turbo, una via tecnica che la casa francese aveva imboccato già da due anni. Ma a catalizzare l'attenzione è quello che successe alle spalle del vincitore. Si scatenò infatti una lotta furibonda tra Renè Arnoux (Renault) e Gilles Villeneuve (Ferrari) per il secondo posto. I due si scambiarono più volte la posizione, con Arnoux che sfruttava la maggiore potenza del suo motore turbo sul rettilineo dei box, e Villeneuve che rispondeva con una serie di sorpassi folli e al limite della regolarità, di quelli che oggi spingerebbero subito i piloti a blaterare con i propri ingegneri via radio chiedendo penalità a destra e a manca. Tra frenate a ruote fumanti e intere curve percorse ruota a ruota, sarà il pilota della Ferrari ad avere la meglio in uno dei duelli più epici e indimenticabili della storia della Formula 1. Non me ne voglia Jabouille, ma della sua vittoria si ricordano in pochi.
GP di Spagna 1981. Sulla pista di Jarama, Villeneuve compie una delle sue imprese più belle. Paradossalmente, in questa occasione metterà da parte la sua sana follia e diverrà pulitissimo nella guida. Il ragazzo canadese tenne alle proprie spalle per quasi cinquanta giri una muta di cani affamati composta da Jacques Lafitte (Ligier-Matra), John Watson (McLaren-Ford), Carlos Reutemann (Williams-Ford) ed Elio De Angelis (Lotus-Ford). Villeneuve resistette agli assalti, senza compiere grossi errori e ottenne quella che sarà la sua ultima vittoria. Questi cinque piloti giunsero sul traguardo racchiusi in un secondo e due decimi, un arrivo che ricordò quello del Gran Premio di Monza del 1971, di cui mi occuperò a breve in un articolo.